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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

FIORISCONO LE ROSE

FIORISCONO LE ROSE Come un fiore d'inverno bagnato dalle labbra respirano le rose. Non sfioriscono le rose  perché la tua bocca è la mia bocca/perché le tue rose sono le mie rose. Perché quando ti bacio come un fiore d'inverno morbido odoroso s'intrecciano le labbra fioriscono le rose.  (A spasso con Dino Campana). da CRONACHE DALL'EPIGASTRIO                    ASIN:  B011MQND9U

LA PRINCIPESSA SUL PISELLO

LA PRINCIPESSA SUL PISELLO C'era una volta un principe che voleva sposare una principessa, ma ne voleva una vera, di sangue blu. Comincia così la favola di Andersen; non mi pare che l'autore intendesse suscitare niente di morboso con l'immagine del pisello, eppure la storia ha acquisito una buona popolarità grazie al titolo, ed è oramai un luogo comune quello che dice: "sei come la principessa sulla leguminosa". Per un certo riguardo che si porta alle fanciulle, che sempre e  comunque vivono in una fiaba, al limite esercitano una pressione sul baccello; sono i principi a stare sul cazzo. Ma va bene così. La regina per verificare che la ragazza sia davvero di sangue blu, che fa? La fa dormire su venti materassi in fondo ai quali ha sistemato il legume; e si sa che le la fanciulle di nobili natali, abituate come sono a mille comodità, giammai dormirebbero con un fastidio simile. Al mattino la ragazza si alza dolorante e assonnata, lamentando di non avere c

RIGURGITI ROMANESCHI

ASIN:  B0125LTI8Q AMAZON libri Giancarlo Buonofiglio

IL NASO DI PINOCCHIO

IL NASO DI PINOCCHIO La bugia deforma non solo il discorso o le parole, ma il corpo. Non tocca i invece pensieri o la mente (parola che infatti vuol dire menzogna): le bugie nascono nella testa, il corpo non mente mai. La fatina si accorge delle balle di Pinocchio dalle dimensioni del naso; nella favola di Collodi il protagonista è una testa di legno e come tutti i bambini non distingue la verità dalla menzogna. Non si accorge della mostruosità della "nappa", sono gli altri a percepirla. La sproporzione segna il limite tra ciò che è giusto e quello che è sbagliato: più che una proposizione, la bugia è una sproposizione; e infatti si dice che uno parla a sproposito, che vaneggia ed è fuori dalle regole. La verità ha la sua grammatica e nessuno deve ficcarci il naso. Pinocchio evade invece dalla narrazione (è nota l'attitudine del Burattino alle fughe). Il senso della giustizia è all'interno della favola, la bugia è la fuga; tanto che arrivano i gendarmi a ripor
E VISSERO FELICI E CONTENTI La struttura delle favole è piuttosto comune; cominciano con una tragedia, arriva l'amore, muore il cattivo, terminano con "e vissero felici e contenti". Non ci facciamo caso, ma in quel "e" si sente un "nonostante tutto", il "ma" dubitativo. Così almeno pensavo da piccolo, tutta quella felicità non mi ha mai convinto: i bambini amano le favole, ma non vogliono essere coglionati. Ricordo mamma, terminata la favola chiedevo, "e poi?"; quella fine se cca e perentoria non mi bastava, stimolava anzi la mia curiosità (e una certa morbosità). Le favole non ammettono interruzione e non hanno un termine. Come in certi dipinti, se il pittore è capace, l'occhio percepisce quello che non ha disegnato. Nella scrittura (e ancor meglio in quella fiabesca) avviene lo stesso, la storia va oltre la fine della favola e il racconto continua altrove. Per una certa abitudine che hanno i bambini allo stupore, già sa

IL LUPO CATTIVO (da PER ME BIANCANEVE GLIELA DAVA AI SETTE NANI)

IL LUPO CATTIVO Il cattivo nelle favole ha dei caratteri consueti. Fauci, corpo peloso, gigantesco, vorace. Qualcuno direbbe addirittura archetipici, essendo qualcosa non solo di comune, ma che precede la formazione dell'immaginario. La favola produce la fantasia, l'alimenta, la sostiene, la usa persino. Tanto che quando l'incappucciata trova il canide al posto della nonna, non si stupisce che abbia la bocca grande e le mani pelose. Nelle favole come nel sogno non c'è posto p er lo stupore; è una consuetudine che diventa abitudine. La vita si svolge in questo altrove, nel bosco e i boschi (si sa) sono popolati dai lupi. La favola non funziona senza; il lupo muove i personaggi, dà un volto alla paura, tiene in tensione la storia e dà una regola alla struttura, alimenta il risentimento del lettore, più che dell'anonima scarlatta. Il bosco è nell'immaginario di chi legge, che fa appunto una legge e sancisce la morte del quadrupede. Perché le favole sono cose

PER ME BIANCANEVE GLIELA DAVA AI SETTE NANI

                                        PER ME BIANCANEVE GLIELA DAVA AI SETTE NANI La favola rimanda alla parola e al parlare. Le favole sono qualcosa di diverso dai miti, che richiamano invece al silenzio (mito-muto-mimo; Mimmo, che è un mio caro amico afono). Con le parole ci raccontano favole e noi abbiamo bisogno di favole e parole perché il silenzio svuota. Il blasonato in lapislazzuli arriva coi cloppete cloppete di una metonimia; riempie i vuoti, dà un senso all'attesa, salva Cenerentola dall'isolamento in  cui l'hanno costretta le sorellastre (che sono tali, appunto in quanto non le rivolgono la parola). La scarpetta è di vetro; e vuol dire che al di là delle negligenze, la fanciulla ha un piede degno della corte, e che il principe vedendolo (vid-trum) le fa appunto la corte. La favola si completa con un bacio e vissero felici e contenti. Non diversa è la storia di quell'altro principe che giunge al capezzale di una sventurata. La poveretta è mezza morta

DIVENTARE GAY IN DIECI LEZIONI

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IL MANUALE DELLA PROSTITUTA

                                 http://www.amazon.it/gp/product/B011Q1FURY?*Version*=1&*entries*=0                                                           SUMMA PROSTITUTIONES  Poiché quello de lo sesso è lo mestiere più antico del mondo (Palem, sine delectu, pecunia accepta), non è facile risalire alla nascita sua. Deprecato eppure tollerato dall’autorità, che se ne serve per lasciare uno sfogo alle voluttà ("Bandisci le prostitute dalla società, e ridurrai la società nel caos, per la lussuria insoddisfatta", Agostino, De ordine, I.II., cap. IV) de lo maschio (secondo la formula: “le prostitute le teniamo per il piacere, le concubine per le cure di tutti i giorni, le spose per la discendenza et la custodia del focolare”,) nei secoli è stato non solo una prevenzione ai costumi licentiosi, ma alle degenerazioni più gravi et pure allo stesso delitto, che come dice il reverendissimo Lombroso sempre ha una natura sexuale. 

Paradossi Artificiali: RIGURGITI ROMANESCHI

Paradossi Artificiali: RIGURGITI ROMANESCHI http://www.amazon.it/gp/product/B0125LTI8Q?*Version*=1&*entries*=0 LA BELLEZZA DE LE DONNE  'Na donna è bella quanno ride ma pure quanno piagne, è bella quando s'arrabbia, quanno c'ha le cose sue, quanno nun te rivorge la parola o te bacia, in compagnia o da sola, quanno se dà e pure quando se ritrae. E quant'è bella appena arzata, e specie quanno è senza trucco je poi leggere sur viso il bene che te vole. E' bella 'na donna quanno te guarda. Te dà emozioni, attenzioni. Quarche vorta preoccupazioni. Ma è bella pure quanno te rompe li cojoni.

RIGURGITI ROMANESCHI

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LEZIONI DI SESSO http://www.amazon.it/gp/product/B011Q1G3MU?*Version*=1&*entries*=0

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CRONACHE DALL'EPIGASTRIO http://www.amazon.it/gp/product/B011MQND9U?*Version*=1&*entries*=0

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FRAMMENTI DI UN MONOLOGO AMOROSO http://www.amazon.it/gp/product/B011OPXVP0?*Version*=1&*entries*=0

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