IL LUPO CATTIVO Il cattivo nelle favole ha dei caratteri consueti. Fauci, corpo peloso, gigantesco, vorace. Qualcuno direbbe addirittura archetipici, essendo qualcosa non solo di comune, ma che precede la formazione dell'immaginario. La favola produce la fantasia, l'alimenta, la sostiene, la usa persino. Tanto che quando l'incappucciata trova il canide al posto della nonna, non si stupisce che abbia la bocca grande e le mani pelose. Nelle favole come nel sogno non c'è posto p er lo stupore; è una consuetudine che diventa abitudine. La vita si svolge in questo altrove, nel bosco e i boschi (si sa) sono popolati dai lupi. La favola non funziona senza; il lupo muove i personaggi, dà un volto alla paura, tiene in tensione la storia e dà una regola alla struttura, alimenta il risentimento del lettore, più che dell'anonima scarlatta. Il bosco è nell'immaginario di chi legge, che fa appunto una legge e sancisce la morte del quadrupede. Perché le favole sono cose...