prima bozza del
MANIFESTO DEL MOVIMENTO DISARMINICO
Giancarlo Buonofiglio
Giancarlo Buonofiglio
noi, uomini e donne che aderiamo al manifesto siamo per il disordine,
la cattiva sintassi, i paradossi concettuali, gli ossimori lessicali,
le aritmie estetiche. Siamo per i linguaggi non convenzionali (e non
convenzionati) nell'arte, nella scrittura, nella vita. Noi, uomini e
donne del Movimento Disarmonico, rifiutiamo il logos e la teleologia
semantica, la logica lineare, l'uni-verso nei significati codificati
unidirezionati e ci impegnamo per un'estetica nell'arte come nella
vita di tipo circolare, chiaroscurale, gastrointestinale. Aderiamo a
una ricerca superficiale, ottica, destoricizzata e
decontestualizzata. Siamo per la cattiva digestione culturale,
ascoltiamo le peristalsi dell'occhio, sosteniamo l'iperacidità e
anzi la promuoviamo come un fatto di coscienza. Difendiamo il brutto,
l'osceno, il satiro in tutte le sue forme. Non siamo DADA né
DADAUMPA. Diffidiamo della parola "cultura" poiché siamo
per una coltivazione manuale e contadina del sapere, diffidiamo della
morale e delle sue storture epocali, diffidiamo delle aberrazioni
concettuali e delle distorsioni metafisiche. Noi esseri disarmonici
ci dichiariamo cultori dell'insuccesso, del fallimento, di un
politeismo antropologico libero dai confini geografici, ideologici e
temporali. Difendiamo il copo e la carne in tutte le manifestazioni,
anche patologiche, la mente nelle devianze, il pensiero paralogico.
Aborriamo la lingua nella sua attuale codifica, la bellezza nelle
transustanzazioni dell'Io, il diritto consustanziale all'economia.
Crediamo nell'etica di Topolino più che in quella di Croce o di
Marx, crediamo che i Puffi (pur essendo alti due mele o poco più)
siano giganti della cultura, crediamo che Paperina sia più sexy di
Belen, preferiamo Paperone che cerca pepite nel Klondike alla new
economy che scava nel torbido. Pensiamo e ci battiamo per questo come
cavalieri che brandiscono il pennello e la penna, di realizzare un
rovescio storico, nel quale non più come ombre sbiadite, uomini
demoralizzati e deumanizzati, ma come cartoni in/animati che
fluttuano attraversando il tempo di dare vita a una città di carta
svincolata da idee, miraggi e false credenze.
PUNTI PROGRAMMATCI:
- Alla logica deduttiva preferiamo quella seduttiva
- Siamo per l'errore in tutte le sue forme, aborriamo la verità e il
suo concetto
- Crediamo, come quel saggio che si perse nel deserto alla ricerca di
sé, che cercarsi è un bene ma essere cercati è comunque meglio
- La morale è l'altare su cui sacrifichiamo la nostra felicità
- L'anima è ciò che rimane del corpo quando lo abbiamo privato di
tutto quello che dà piacere
- Ripudiamo la guerra e mettiamo i liquori nei loro cannoni
- De/psicologizziamo e difinfestiamo l'occhio e la lingua dai vecchi
retaggi freudiani
- Siamo per tutto ciò che è instabile, incerto, insicuro, a
cominciare dalle categorie di spazio e tempo
- Non crediamo a un'etica senza un'educazione estetica
- La bioetica è un tribunale d'inquisizione, chiediamo lo
scioglimento di congregazioni che perpetuano delitti contro la
civiltà
- Amiamo e rispettiamo la natura, tanto da amarla anche contronatura
- Lo spazio è una contrazione/dilatazione del tempo
- La luce è l'arteficie di questa contrazione
- La contrazione dello spazio comporta il suo annullamento
- L'annullamento porta a una necessaria revisione dei confini
geografici e conseguentemente giuridici
- Il tempo è mero flatus vocis ed è frutto della vecchia logica
lineare secondo il prima e il poi
- Noi siamo per il durante, siamo esseri in transizione
- Lo spazio prima che un campo fisico è un campo poetico
- Non c'è verità senza giustizia, salute, bellezza. Tutto ciò che
non porta a questi tre universali è contrario alla vita
- Libertà di parola, di pensiero, di sesso. Il grado di civiltà di
un popolo si misura con questi tre parametri. I treni forse
arrivavano in orario, ma tutto quel silenzio è contrario alla nostra
estetica di uomini e donne disarmonici
- Optiamo quindi per il rumore, in tutte le sue forme
- 2+2 fa 4... ma ci riserviamo il dubbio...
- Causa-effetto: ci dichiariamo contro le relazioni logiche, alle
certezze aristoteliche di potenza-atto preferiamo l'instabilità di
Popper
- A Popper preferiamo comunque le poppe
- Ci dichiariamo contro le relazioni in genere, relazionarsi è
creare uno spazio e una prigione di luoghi comuni. Siamo contro i
luohi comuni
- Rifiutiamo il principio di identità e la carta di identità. Noi
esseri disarmonici andiamo al di là di noi stessi, siamo quello che
non siamo, che sfugge, che non si capisce. Siamo ossimori in transizione
- Il nostro motto è ambarabàcicìcocò
- Recitiamo Apelle figlio di Apollo... e ci commuoviamo per la palla
fatta da Apelle
- Inorridiamo per la figlia del dottore che faceva l'amore con tre civette sul comò
- Riteniamo che la vita sia comunque meglio
Commenti
Posta un commento